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  La Filosofia del Barocco  
 
 
 
 
 

Tommaso Campanella      

La filosofia barocca
Nella cosiddetta epoca barocca la filosofia assume dei nuovi connotati rispetto all'epoca precedente. Nel periodo precedente, nel Rinascimento, la realtà e l'universo venivano espressi in modo assoluto, grazie alla concezione divina delle Sacre Scritture. Questo modo di confrontarsi con la realtà entrò in crisi a causa dell'inizio delle ricerche scientifiche, che portò l'uomo a conoscere un infinito mondo, l'universo. L'uomo inizio a confrontarsi con una realtà nuova e scoprì che la conoscenza era infinita, come la realtà. Inoltre l'uomo comprese che con la ragione avrebbe potuto comprendere ogni cosa e, diciamo così, illuminare i luoghi bui della conoscenza, gettando le basi dell'Illuminismo del Settecento. L'uomo di fronte a questo universo può solo porsi in modo relativo, poichè non può cogliere la realtà in modo assoluto. Ecco che allora il filosofo può procedere stabilendo delle relazioni ambigue e sottili tra le cose. Il barocco tende a rifiutare ed a rigettare l'antica filosofia cristiana.



 
   
 
 

Meccanicismo
Il Meccanicismo è una teoria filosofica che ammette come unici principi della realtà la materia ed il movimento, e che riconduce l’insieme degli avvenimenti alle leggi del moto, escludendo il ricorso ai principi finalistici. Tutta la realtà è interpretabile come una concatenazione di cause ed effetti; tutti i fenomeni naturali sono prodotti esclusivamente dal movimento dei corpi nello spazio, senza che si verifichi alcun cambiamento qualitativo.

La Chiesa e l'Editoria
La Chiesa è indirizzata con sempre maggior efficacia a controllare, far proprie e privare delle implicazioni più pericolose le novità culturali emerse in inizio di secolo. Le verità fondamentali vengono poste come irrinunciabili e non perfezionabili. La nascita di un mercato librario, retto da regole proprie, aveva offerto al letterato del 1500 una collocazione sociale nuova e per certi versi autonoma dai poteri tradizionali. Colpita da una crisi di sovrapproduzione, l'editoria italiana soffre delle restrizioni imposte dalla Chiesa, che si riserva il diritto di concedere l'imprimatur o di proibire la stampa delle singole opere oppure di operare tagli e correzioni. La Chiesa non si limita a perseguire gli autori delle opere che giudica pericolose ma condanna anche gli stampatori e i librai che contravvengono alle sue disposizioni. Mentre si riduce per tutto il secolo la pubblicazione di opere storiche e filosofiche, il 1600 vede una inattesa fioritura di opere letterarie e di romanzi in prosa. Il pubblico diventa ampio, di collocazione sociale medio-bassa. Galilei, ad esempio, decide di scrivere il suo Dialogo in Italiano, ampliando il numero dei possibili lettori, comprendendo categorie sociali che fino a quel momento erano tenute ai margini della conoscenza scientifica che doveva essere espressa solo in latino.

Altre esperienze
In ambito pienamente barocco è la poesia potente e oscura del frate Tommaso Campanella. In lui la tensione intellettuale e il rigore morale fanno della metafora lo strumento che illumina l'uomo del suo progredire verso la costruzione di un mondo nuovo, in cui questi, liberato dalle tenebre dell'oppressione, possa vivere in pieno accordo con la natura un'esperienza di cristianesimo radicale basato sul superamento dell'egoismo, della superstizione e della violenza. Per trovare nel suo isolamento un linguaggio che permetta di percepire l'essenza profonda delle cose, che egli va decifrando nella natura, egli è costretto a elaborare un linguaggio personale che trova nella Bibbia e in Dante. La potente concretezza e il ricorso a voci popolari contribuiscono a fare della poesia di Campanella un prodotto originale della crisi del 1600. Per quanto riguarda la trattatistica, le novità delle situazioni, dei problemi e dei metodi provocano profonde trasformazioni nelle forme tradizionali della comunicazione.

Il dibattito politico e storiografico
La subordinazione del potere del principe al magistero e al controllo della Chiesa resterà per secoli il caposaldo ideologico della Chiesa di Roma. Botero resta sulla base del dibattito politico che, nei territori sottoposti al controllo dell'Inquisizione, presenta margini molto ridotti di libertà pur nel risorgere continuo ed evidente delle difficoltà a risolvere nella pratica l'opposizione tra due esigenze tanto lontane. Zoccolo definisce la politica come la tecnica rivolta a individuare i mezzi adatti a conservare e a ordinare qualsivoglia costituzione di repubblica. Secondo lui la ragion di stato sarà buona se sarà usata per rafforzare uno stato giusto, malvagia se usata per rafforzare uno stato tirannico. Sarpi invece prodiga tutta la sua vita di credente e di studioso a combattere l'ingerenza del papato nella sfera della legittima sovranità dello Stato. Boccalini propone una interpretazione di Tacito che permette di utilizzare le spietate rivelazioni dello storico latino sui meccanismi reali del potere come strumenti di demistificazione e di difesa dal potere stesso. Torquato Accetto dice che la dissimulazione diventa atteggiamento volontariamente scelto a difesa della propria intimità e della propria integrità. In un suo trattato spiega come la dissimulazione sia l'arma con la quale il saggio si difende dall'oppressione esterna e dal pericolo costituito dall'emergere improvviso dei propri sentimenti. L'intervento gesuita è caratterizzato nei fini dalla difesa dell'ordine costituito e nelle forme da uno stile sostenuto e ricercato.

La letteratura religiosa e l'oratoria sacra
Il controllo rigoroso attuato sulla vita culturale italiana dalla Chiesa controriformistica impedisce lo sviluppo in Italia di quel dibattito religioso che produce profonde innovazioni nella religiosità cattolica dei paesi in cui la Chiesa è costretta ad affrontare quotidianamente il confronto con la Riforma. L'attenzione della Chiesa si concentra in Italia su un'opera di propaganda che mira a suscitare nelle masse un'adesione la più vasta ed immediata possibile alla pratica religiosa e la sottomissione ai dettami ecclesiastici. L'oratoria sacra ricorre alle tecniche collaudate dalla prosa barocca particolarmente efficaci nella situazione spettacolare in cui opera il predicatore.

La questione della lingua
Alla fine del nuovo secolo la situazione nazionale non risulta progredita per quanto riguarda l'uniformazione delle lingue. Una serie di fattori opera in senso contrario:

Il permanere di una divisione politica
la progressiva perdita di importanza e sul piano linguistico di Firenze; il rafforzamento del latino al quale la Chiesa controriformista affida la liturgia e l'insegnamento. Ostacolando la lettura dei testi sacri in italiano, la Chiesa fa in modo che la discriminazione tra i ceti in grado di leggere il latino e il resto della popolazione fosse ancora più netta. Anche gli uomini di cultura usano i dialetti locali per necessità della vita e la lingua letteraria resta una lingua scritta, patrimonio di una piccola porzione di popolazione. Il 1600 reagisce in due modi:da un lato innesta sul tronco tradizionalista e conservatore il nuovo ramo del purismo e dall'altro da vita alle letterature dialettali.